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Ormai non è più notizia freschissima, ma riteniamo comunque giusto segnalarvi una nuova modalità di “recruiting” di modelli per le Campagne Pubblicitarie di Moda.
In particolare vogliamo riportare l’esempio di Levi’s, che ha lanciato tramite Instagram un vero e proprio “casting” per la campagna del 2012.
Per gli utenti partecipare è semplicissimo.. basta aggiungere il tag #iamlevis alle foto di Instagram che contengono loro autoritratti. Conoscendo gli adolescenti (o anche i post-adolescenti :D) di oggi.. direi che di materiale ne riceveranno anche troppo…
Sarà un arduo compito quello di chi dovrà scegliere i protagonisti degli spot Levis… in bocca al lupo allo Staff!
Ecco tutte le foto taggate #iamlevis fino ad ora: statigr.am/tag/iamlevis .. enjoy!
Vi segnalo questo articolo del blog della Forrester che sottolinea l’importanza, per le aziende del settore moda, di focalizzarsi sul mass-customized clothing.
Con le nuove opportunità dello shopping online, infatti, perchè un utente dovrebbe aspettare settimane per ricevere un prodotto massificato (e magari non perfettamente adattabile al proprio corpo) quando potrebbe disegnarsi il capo adattato alle proprie preferenze e soprattutto alla propria taglia?
Ci aveva già provato Levi’s anni fa ma senza troppo successo, viste le scarse possibilità di personalizzazione dei prodotti (ad es. per quanto riguarda i colori) e le tecnologie sicuramente meno avanzate rispetto a quelle di cui disponiamo oggi.
Ecco invece alcuni ottimi esempi di aziende che offrono agli utenti, ognuno a proprio modo, la possibilità di customizzare i prodotti apparel:
Lyst, Pinterest e il Mondo del Micro-Photo-Blogging-Social-Fashion-Bookmarking
Posted 26 aprile 2011
on:Sono ormai sempre più diffusi i micro-blog basati soprattutto su immagini, come Tumblr o (per rimanere in ambito Fashion) LookBook.nu .
Grazie ai tag gli utenti stessi creano categorie di argomenti grazie ai quali poi altri utenti scovano i contenuti per loro più interessanti (entra quindi in gioco anche il concetto di Social Bookmarking).
L’ultima frontiera di questo fenomeno consiste nelle “bacheche virtuali” sulle quali gli utenti possono raccogliere e catalogare immagini (arte, illustrazioni, …), prodotti (abbigliamenti, tech, … ), ricette, citazioni e quant’altro e “seguire” le collezioni degli altri utenti con gusti simili ai propri.
Pinterest è proprio uno di questi network fatti di collezioni User-generated.
Svpply, competitor di Pinterest, è invece una piattaforma che unisce il concetto di micro-photo-blogging di Tumblr e il concetto di shopping online di Amazon, in cui gli Store stessi pubblicano immagini dei loro prodotti (v. esempio di store su Svpply) che gli utenti possono poi “seguire” (con “Follow this store”).
Su questo genere di siti-raccoglitori una delle categorie più popolate è proprio quella del Fashion. Lyst, sulla scia di Pinterest e Svpply, si focalizza infatti specificamente sul campo della Moda.
Come Pandora e Last.fm suggeriscono ascolti agli utenti basati sulle loro preferenze e su algoritmi automatizzati, Lyst si pone l’obiettivo di consigliare agli utenti capi di moda e designer interessanti in base alle “Lyste” da loro stessi create.
Tutto ciò per andare incontro a tutti gli utenti che sui siti di shopping online non sempre effettuano l’acquisto immediatamente ma preferiscono, invece, tenere traccia di quello che scovano e gradiscono sul web, per comprare poi in un secondo momento.
Ciò che gli utenti guadagnano nel popolare le proprie “liste” è feedback da parte di chi li segue, che è proprio il fattore che incentiva a proseguire con questo tipo di attività di condivisione.
A differenza di Pinterest e Svpply, con Lyst non si può “bookmark-are” qualsiasi contenuto presente sul web ma solo prelevare articoli dagli store dei partner. Il tutto risulta così più controllato e garantisce la qualità del contenuto sia agli store dei brand partner sia agli utenti stessi.
Per Lyst è prevista una commissione sulle vendite e un CPA (costo per azione) e vengono forniti ai partner dati statistici sui trend e la popolarità dei prodotti.
Vedremo quindi se saranno le previsioni basate su algoritmi automatici o il potere dei Social Media ad avere la meglio per rispondere alla fatidica domanda: “cosa mi metto oggi?”